Apparente-mente, tre spunti senza un perché.

Apparentemente sono passati vari mesi dall’ultima volta che ho aggiornato il mio blog.

Se state leggendo queste parole, vi sarete accorti che non siete più su Pandamericana, ma sul nuovo blog Süd Mood. Va da sè che non essendo più in America, ma pur sempre al Sud… insomma ci siamo capiti.

Allora. Dopo aver passato oltre dieci mesi lontano da casa, ho cominciato a provare Nostalgia, e mi sono ricordato di un libro di Kundera che ho letto parecchio tempo fa. Mi aveva colpito un passaggio in cui si parlava della Nostalgia, allora sono andato a cercarlo e l’ho trovato. Il libro si chiama “L’Ignoranza” (Adelphi, Milano 2001) e questo testo lo trovate a pagina 11:

In greco «ritorno» si dice nóstos. Algos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare. Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca(nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnoli dicono añoranza, i portoghesi saudade. In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall’impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice homesickness. O, in tedesco, Heimweh. In olandese:heimwee. Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l’islandese, distingue i due termini: söknudur: «nostalgia» in senso lato; eheimfra: «rimpianto della propria terra». Per questa nozione i cechi, accanto alla parola «nostalgia» presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: stesk, e un verbo tutto loro; la più commovente frase d’amore ceca: styská se mi po tobe: «ho nostalgia di te»; «non posso sopportare il dolore della tua assenza».

Ciò detto, mi ricordo anche che il resto del libro era piuttosto contorto, forse a quel tempo ero troppo giovane per capirlo, mi succedeva sempre, mi leggevo Kundera ma non ci capivo niente.



Poi, sempre per la serie Nostalgia, mi sono rivisto ieri la puntata numero 1 di “Disoccupato in Affitto”, il docufilm di Pietro Mereu e Luca Merloni in cerca di un distributore… Ho pensato due cose: uno che l’Italia è un guaio e non so come farò quando torno, e due che l’Italia è bellissima, e che in fin dei conti gli Italiani non sono poi così male:


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Il terzo spunto me lo sono scordato…