La Paz, Bolivia.
Ultimi 5 giorni di fuoco.
Lasciata Tilcara ci siamo diretti a La Quiaca. La Quiaca è una cittadina di confine con la Bolivia. Da tre che eravamo (io, Liz e Nicolas) siamo diventati parecchi (otto). Si sono uniti a noi 4 francesi e un’altro argentino, il Bruno. Un pazzo.
Abbiamo pernottato in un ostello, e l’indomani, di buon’ora ci siamo diretti alla frontiera. Una volta in Bolivia, abbiamo comprato gli ultimi sette biglietti del treno che da Villazon (la città di confine dalla parte boliviana), ci avrebbe portato a Uyuni. Una delle francesi ci abbandona.
Arriviamo a Uyuni. Troviamo un ostello. Siamo distrutti e decidiamo che il famosissimo Salar aspetterà un giorno ancora. Dopo una dormita ristoratrice passiamo la giornata tra lavaggi di panni sporchi di navigazione, provviste per la spedizione nel deserto e cazzeggio multikulti.
Arriva il giorno del Salar de Uyuni. Arriva il bello.
Partiamo in sei (Nico ci ha abbandonato) più Teo (autista e guida) a bordo di un fuoristrada enorme. Sfrecciamo a 100km orari nel deserto bianco, immenso.
Il Salar è un deserto di sale di 24.000 kmq originatosi da un lago salato, nato dall’innalzamento della placca tettonica che lo sorregge. Nel Salar ci sono diversi vulcani e alcune isole. Ne visitiamo una. Incredibile. Centinaia di cactus secolari e fossili marini.
La sera dormiamo in un ostello costruito con mattoni di sale. Armiamo el bailongo con una bottiglia di grappa locale e musichette. La mattina seguente (cioè ieri) ci svegliamo di buonora. Ci aspetta una vera impresa. Il Salar de Uyuini si trova a 3.650 metri di quota, e noi stiamo per scalare una delle sue cime più alte: il Volcàn Tunupa, 5.432 metri di altezza.

La camminata è letteralmente mozzafiato. Ci viene in aiuto l’uso locale di masticare foglie di coca, ma ai 4.900 metri decidiamo che può bastare. Una vista spettacolare del deserto oltre 1000 metri più in basso, e il cratere rosso sopra di noi ci lasciano attoniti.
Ci guadagniamo il rispetto della nostra guida stabilendo il record di discesa del Tunupa (e quello di distorsioni alla caviglia). Dopo pranzo Teo, con la poderosa Toyota, ci riporta ad Uyuni, dove nella sera di ieri prendiamo una collectivo per La Paz.
Il viaggio è tragicomico, oltre 250 km di sterrato mettono a dura prova viaggiatori e mezzo di trasporto. Riesco ad addormentarmi e mi sveglio stamattina a La Paz, dove devo cercare le scarpe che sono state trascinate dalle vibrazioni cinque file di sedili più avanti.

Arrivati a La Paz ci beviamo una spremuta di arancia fresca nel mercato comunale, servitaci da una signora alquanto locale.
Ed eccoci qui, pronti a ripartire domani per il legendario lago Titikaka, e ormai a pochi kilometri dal confine con il Peru.
Sulla mappa su cui annoto il percorso mi rendo conto che siamo risaliti dal terzultimo al secondo quadratone.
Liz Deserto infinito In cerca di cibo, qui si mangia presto Il mercato rimane aperto fino a sera tardi, anche di domenica Una sorta di lichene, in mezzo al deserto Cimitero dei treni Termodinamica obsoleta Bambini Uyuni